Ogm, libertà di (non) coltivare

117923_420x270L’Europarlamento ha dato l’ok definitivo alla direttiva che consentirà ai Paesi membri dell’Ue di limitare o proibire la coltivazione di ogm (organismi geneticamente modificati) sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo.

La nuova legislazione è stata approvata con 490 voti favorevoli, 158 contrari e 59 astenuti (verdi e 5 stelle). Ora mancano solo l’imprimatur del Consiglio e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Ue, poi toccherà a ogni Paese recepire le nuove regole, in primavera.

Al momento, l’unico ogm autorizzato nell’Ue è il mais resistente alla piralide MON 810 coltivato in Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania. Vietato invece in Austria, Bulgaria, Grecia, Germania, Ungheria, Italia, Lussemburgo e Polonia. La patata ogm “Amflora” è stata invece vietata dal Tribunale Ue nel 2013, dopo l’iniziale via libera della Commissione europea.

Le nuove norme dovrebbero consentire agli Stati membri di vietare la coltivazione degli ogm per motivi di politica ambientale diversi dai rischi per la salute e per l’ambiente già valutati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Potranno inoltre vietare gli ogm per ragionicome la pianificazione urbana e rurale, l’impatto socio-economico, per evitare la presenza involontaria di ogm in altri prodotti e per obiettivi di politica agricola nazionale.

Gli Stati membri potranno inoltre, chiedere alle imprese produttrici di ogm di escludere i loro territori dal novero dei Paesi nei quali intendono chiedere l’autorizzazione europea alla coltivazione. Questa fase negoziale con le imprese non è peraltro più obbligatoria e gli Stati membri potranno decidere di passare direttamente al divieto di coltivazione. Infine, prima di vietare la coltivazione, gli Stati dovranno comunicarlo alla Commissione Ue e attendere 75 giorni per il parere, periodo durante il quale gli agricoltori non potranno comunque seminare i prodotti interessati.

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