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DSC_0397Addio diritti, benvenute autorizzazioni d’impianto? Le premesse non sono positive. È infatti ancora in fase di definizione il decreto con le disposizioni attuative. L’entrata in vigore del nuovo sistema è fissata per il 1° gennaio: molte scelte sono già definite, anche se in sede di Conferenza Stato-Regioni non si è giunti all’accordo. In mancanza di tale intesa, si segue la procedura di approvazione in Consiglio dei Ministri.

 Condannati al nanismo?

La bozza di decreto conferma l’assegnazione, per il 2016, delle autorizzazioni tramite sistema pro-rata, senza criteri di priorità, per una superficie massima di 6.450 ettari a livello nazionale pari a una crescita annua dell’1% (al lordo degli abbandoni) della superficie vitata italiana. Con una distribuzione che garantisce ad ogni Regione la stessa percentuale di crescita. «La gestione a livello territoriale è in fase di definizione – afferma il presidente del Consorzio del Barbera d’Asti e Monferrato Filippo Mobrici –. È una partita da giocare con attenzione, poiché si tratta di definire un piano triennale che riguarda ogni denominazione. Teniamo conto che la superficie media aziendale è soltanto di 2 ettari. Soffriamo di nanismo e questo nuovo sistema rischia di impedire la crescita».

Diversa l’opinione dell’Unione Agricoltori di Siena. «Credo – dice il presidente Giuseppe Bicocchi – che il nostro vigneto ne uscirà se non rafforzato, sicuramente indenne. Il sistema infatti comprende elementi che, se ben sfruttati, possano permettere al comparto di migliorarsi e anche di crescere». Sul piano regionale fondamentali risultano quindi gli accordi tra istituzioni, Regioni e Consorzi di tutela, nella valorizzazione del patrimonio viticolo territoriale.

Rendite stellari

Intanto, riguardo ai diritti di reimpianto detenuti dai produttori, il mercato è ancora aperto fino a fine anno e la compravendita in quest’ultimo periodo ha generato oscillazioni evidenti. In Friuli diritti da 7-8.000 euro vengono comprati oggi anche a 13-14.000 euro.

Attualmente a livello italiano ci sono infatti ancora diritti non utilizzati per circa 45.000 ettari, che potranno essere trasferiti entro il 31 dicembre oppure essere utilizzati dal titolare fino alla scadenza di validità dei diritti. Dopo il 1° gennaio 2016 potranno essere convertiti in autorizzazioni e usati dal detentore, ma non trasferiti.

«Questo è un limite – afferma Gianni Porcelli, vicedirettore di Confagricoltura Bari –. La non trasferibilità dell’autorizzazione neanche ai familiari è troppo restrittiva. Per quanto riguarda la Puglia, invece, la fine del sistema attuale è positiva perché attualmente moltissimi diritti vengono trasferiti ad altre regioni, soprattutto Veneto e Piemonte, impoverendo il patrimonio viticolo pugliese».

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vigneRoma - 11 Febbraio 2015, ore 15:00

Tempo limite per la conversione dei diritti di impianto dei vigneti esteso fino al 31 dicembre 2020, e via libera alla trasferibilità dei diritti di impianto tra Regioni, con “l’abrogazione della possibilità di limitare l’esercizio del diritto di reimpianto ad ambiti territoriali omogenei e limitati al fine di tutelare le viticolture di qualità e salvaguardare gli ambienti orograficamente difficili”. Ecco cosa prevede il decreto del Ministero delle Politiche Agricole, approvato, ieri, in Consiglio dei Ministri.
“Attualmente i diritti di reimpianto detenuti dai produttori viticoli - spiega una nota del Ministero - ammontano a 47.000 ettari (pari al 7% della superficie vitata nazionale); con le modifiche approvate oggi si tende a diminuire il rischio di non utilizzo dei diritti, quindi di perdita di potenziale viticolo nonché di calmierare i prezzi di mercato attualmente in forte aumento”.
“Con questo provvedimento - ha dichiarato il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina - tuteliamo il nostro potenziale viticolo, dando rassicurazioni al settore che chiedeva da tempo un intervento di semplificazione in questa direzione. Il vino è un settore strategico da oltre 14 miliardi di euro con più di 5 miliardi di export, e il Governo è in campo non solo per la sua salvaguardia, ma per accompagnarne la crescita”.
Un provvedimento, quello preso dal Ministero, decisamente caldeggiato da gran parte del mondo produttivo italiano, e chiesto a gran voce in primi dall’Unione Italiana Vini (Uiv), guidata da Domenico Zonin, che ha più volte ribadito la necessità di un intervento simile, a tutela del potenziale vinicolo del Belpaese.
“Un intervento assolutamente positivo - commenta, a WineNews, Domenico Zonin - il rischio era che dei 47.000 ettari di diritti in portafoglio, una parte restasse inutilizzata a causa di blocchi regionali. 47.000 ettari che, tradotti in vino, significano 3,5 milioni di ettolitri potenziali, portando alla definitiva perdita del primato produttivo mondiale di vino - che il nostro Paese si contende, ancora, con la Francia e, da quest’anno, anche con la Spagna. Così invece le Regioni che voglio piantare possono acquistare i diritti delle Regioni che stanno espiantando vigna, e questo è un bene anche perché farà anche un po’ diminuire i prezzi dei diritti stessi, balzati, in media dai 3-4.000 euro ad ettaro di qualche anno indietro, ai quasi 10.000 euro degli ultimi tempi. É un provvedimento utile per limitare la perdita di potenziale vinicolo nel nostro Paese, per quanto sarà possibile, visto il regime attuale voluto dall’Unione Europea, che permette ad ogni Stato di aumentare dell’1% all’anno massimo il volume delle autorizzazioni. Troppo poco, secondo noi, una norma che speriamo sia rivista presto. Ed è molto positivo - continua Zonin - anche il provvedimento che sposta al 2020 i tempi per convertire i diritti in autorizzazioni, il Ministro Martina ha dimostrato fermezza, speriamo continui così. Ora aspettiamo per capire meglio quali saranno i criteri per la gestione delle autorizzazioni, ma già il fatto che saranno gestite a livello nazionale è positivo. Solo difendendo il vigneto italiano - conclude il presidente Domenico Zonin - aiuteremo anche i produttori delle regioni più deboli che potranno rivolgersi al mercato nazionale trovando sicuramente un maggior numero di acquirenti per la vendita dei propri diritti e spuntando certamente prezzi migliori rispetto al ristretto mercato regionale. Anche in questo senso credo si muova il decreto approvato dal Governo che, come afferma il ministro Martina, è in campo per la salvaguardia e per accompagnare la crescita di un settore strategico, quello vitivinicolo, che esporta più di 5 miliardi di export”.
Misure che piacciono anche a Federvini: “grazie al Ministro Martina - spiega la federazione guidata dal presidente Sandro Boscaini e dal dg Ottavio Cagiano - le disposizioni firmate dal Ministro sono indispensabili per gestire al meglio il passaggio dal sistema dei diritti alle nuove autorizzazioni. Dispiace solo che arrivino al termine di una procedura che ha visto un forte contrasto con alcune Regioni”.
L’associazione nazionale delle Città del Vino (400 Comuni a vocazione vinicola) boccia, invece, il decreto del Ministero delle Politiche Agricole sulla trasferibilità dei diritti d’impianto tra Regioni: “un duro colpo ai territori minori che ora rischiano di sparire dalle mappe enologiche italiane. A tutto vantaggio delle aree già forti e delle mode”.

Focus - Il decreto in sintesi
Il Consiglio dei Ministri del 10 febbraio 2015 ha autorizzato il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ad adottare il provvedimento che prevede alcune modifiche alla disciplina nazionale in materia di diritti di reimpianto e talune prime decisioni sull’entrata in vigore del nuovo sistema autorizzativo di nuove superfici vitate e, in particolare:
1 - Il termine ultimo per presentare la richiesta di conversione in autorizzazione dei diritti di impianto, concessi ai produttori anteriormente al 31 dicembre 2015, è fissato al 31 dicembre 2020;
2 - Qualora i diritti di impianto non siano stati utilizzati al 31 dicembre 2015, il produttore può fare richiesta di conversione in autorizzazione. L’autorizzazione ha la medesima validità del diritto che l’ha generata e, qualora non utilizzata, scade al più tardi il 31 dicembre 2023.
3 - L’intervento consentirà a coloro che sono attualmente in possesso di un diritto di reimpianto valido, di poterlo trasferire su tutto il territorio nazionale entro il 31 dicembre 2015. Scaduto tale termine, ed entrato in vigore il nuovo sistema autorizzativo, i diritti di reimpianto ancora validi, non potranno più essere trasferiti.

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DSC_0599Martedì 20 maggio si è tenuto, presso la Tenuta San Guido di Bolgheri (LI), un seminario organizzato dall' Ordine degli Agronomi di Livorno sulla viticoltura di qualità, a cui abbiamo avuto il piacere di partecipare,

Sì è trattato di una giornata interessante, ricca di spunti di riflessione sul modo di operare in viticoltura per valorizzare la tipicità del territorio; e un'occasione per conoscere e approfondire le novità del Piano Nazionale di Sostegno 2014-2018 e dell'OCM vino, riguardanti le autorizzazioni ai nuovi impianti di vigneto, i diritti d'impianto, le azioni di ristrutturazione e riconversione vigneti.

Si tratta di novità importanti, per cui vi invitiamo a contattarci cliccando qui per qualsiasi informazione.

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