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orti1-300x178Saranno nuovi polmoni verdi nel cuore di paesi e città toscane, ma anche spazi di incontro con la natura, laboratori di lavoro agricolo e infine centri di aggregazione. Saranno orti urbani, i“Centomila orti in Toscana” così come li presenta l’iniziativa della Regione Toscana che oggi a Firenze è entrata nella fase operativa.

A Firenze il 12 luglio sono stati illustrati alle oltre 70 amministrazioni comunali che hanno manifestato il loro interesse tutti gli strumenti amministrativi, gestionali e tecnici per poter avviare le pratiche di realizzazione degli orti.

Secondo la proposta della Regione, che ha investito in questa iniziativa 3 milioni di euro, gli orti permetteranno di riqualificare spazi, spesso centrali, di paesi e città offrendo a persone di tutte le età, soprattutto ai giovani, la possibilità di sperimentare concretamente l’amore per la terra e allo stesso tempo a offrire nuovi luoghi di socialità, con l’orto come occasione di incontro, di conoscenza, di condivisione.
Gli orti saranno gestiti da associazioni di volontariato che li affideranno ai cittadini suddividendoli in appezzamenti di dimensioni comprese tra i 32 e i 100 metri quadri.

L’iniziativa è attuata attraverso il supporto tecnico di Ente Terre Regionali Toscane e di Anci Toscana e con la collaborazione dell’Accademia dei Georgofili. Sul sito della Regione Toscana alla pagina dedicata tutte le informazioni sul progetto.

“Con questa iniziativa – ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi – vogliamo sostenere un nuovo modo di vivere la realtà urbana. Gli orti, che fino ad ora occupavano spazi residuali, periferici, entrano nel cuore di paesi e città, per offrire spazi di incontro con la natura e per sostenere un’alimentazione sana e genuina. Inoltre diventano occasione di incontro e di socializzazione per tutte le fasce d’età: noi abbiamo pensato di coinvolgere soprattutto i giovani e gli studenti delle scuole perché questi spazi possano diventare davvero uno spazio di conoscenza a cielo aperto. Questo progetto può davvero avere un grande impatto sotto il profilo culturale, sociale e operativo: anche per questo è uno delle 25 proposte che ho indicato di voler realizzare in questa legislatura. Una proposta che, da oggi, entra nella fase decisiva”.

“L’agricoltura entra nelle nostre città. Ci entra attraverso spazi preziosi, visibili a tutti, in cui gratuitamente tanti cittadini possono direttamente curare” ha evidenziato l’assessore all’agricoltura Marco Remaschi. ” Gli orti sono occasione di promuovere, anche in piccoli spazi, un’agricoltura genuina, di qualità, biologica Un’agricoltura miniaturizzata e diffusa che farà comprendere a tante persone il valore della terra e la bellezza di coltivarla con passione. Tra l’altro con questo progetto metteremo a disposizione non solo gli spazi ma anche tutte le informazioni necessarie sia sotto il profilo tecnico che colturale e gestionale. Così ogni cittadino, anche senza grandi competenze, potrà imparare a curar bene lo spazio che gli sarà assegnato”.

“Anci Toscana – ha aggiunto il vicepresidente di Anci Toscana e sindaco di Terranuova Bracciolini Sergio Chienni – crede molto in questo progetto e si è impegnata a diffonderlo il più possibile. L’esperienza degli orti urbani ha una molteplicità di significati: non è solo destinare un appezzamento di proprietà pubblica alla produzione di ortaggi, ma significa riqualificare spazi urbani con finalità sociali e didattiche. Un progetto che coinvolge più generazioni, che permette di fare aggregazione favorendo la trasmissione di competenze. La sperimentazione avviata nei sei Comuni pilota funziona benissimo: ora saranno coinvolte altre 68 amministrazioni, per un totale di 74 enti, con tanti cittadini che verranno coinvolti nella gestione degli orti. Ringraziamo la Regione per le risorse che ha deciso di destinare al progetto”.

L’iniziativa è giunta all’appuntamento odierno dopo un’intensa fase di gestazione iniziata nell’autunno scorso e che è servita da una parte a predisporre il modello di orto urbano che ora sarà sottoposto alle amministrazioni toscane e dall’altra a iniziare una fase di sperimentazione di questo modello in sei comuni pilota: Firenze, Bagno a Ripoli, Siena, Lucca, Grosseto e Livorno, scelti perché già avevano maturato esperienze in questo campo. Questi comuni, che oggi hanno presentato le loro esperienze avranno anche un ruolo di apripista: hanno già presentato i loro progetti, ricevuto il finanziamento e già in autunno inaugureranno i primi orti. A breve distanza li seguiranno gli altri 68 comuni: per loro la linea di partenza sarà quella del prossimo settembre quando saranno attivati i bandi.

L’ORTO URBANO
Secondo il modello toscano, varato nell’ambito di questo progetto, l’orto urbano è un insieme di appezzamenti di terreno che sono inseriti in strutture (denominate “Complessi di orti”) che si presentano come spazi di socializzazione destinati a persone di tutte le età (soprattutto giovani), centri di aggregazione e di scambio culturale. In quest’ottica nel “Complesso di orti” sono inseriti servizi, spazi comuni, e anche connessioni wi-fi.

L’ORTO, I GIOVANI E GLI STUDENTI.
Contrariamente al pensare diffuso che gli orti siano uno spazio destinato a anziani, il modello toscano riconosce un ruolo fondamentale ai giovani e alle scuole quali motori di iniziative comuni di crescita e sviluppo di tutta la struttura.
Per il giovane, l’orto urbano (e la gestione di Associazioni da questi costituite) è un importante banco di prova e di inserimento nel tessuto connettivo della propria città, nonché di volontariato. Per questo motivo l’iniziativa rientra nell’ambito del progetto Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani . In particolare si inserisce in Giovanisì+, area del progetto dedicata a temi come partecipazione, cultura, sociale e sport

LA GESTIONE
I “Complessi di orti” (ognuno dei quali può contenere al massimo un centinaio di appezzamenti) vengono concessi dal Comune in uso gratuito ad un soggetto (associazioni, fondazioni, cooperative sociali), che ne garantisca la conservazione, la piena funzionalità e la gestione. La selezione del soggetto gestore avviene attraverso un bando pubblico e la successiva sottoscrizione di un disciplinare d’uso, che definisce gli obiettivi che devono essere perseguiti e comprende tutte le prescrizioni e le regole per l’uso degli orti e per la successiva selezione degli ortisti. Anche la successiva assegnazione dei singoli orti avviene attraverso un avviso pubblico: l’assegnazione degli orti avviene a titolo assolutamente gratuito; al limite può essere chiesto di diventare socio del soggetto gestore per garantire la copertura assicurativa .

Sia nella selezione del soggetto gestore dei “Complessi di orti” che nella individuazione degli ortisti i Comuni sono chiamati a dare una priorità ai soggetti che presentano una elevata componente giovanile (età inferiore a 40 anni); sia i bandi per la selezione del soggetto gestore che quelli per l’individuazione degli ortisti saranno pubblicati sulla “Banca della Terra” della Regione Toscana.

IL CONTRIBUTO REGIONALE
La Regione cofinanzia i progetti dei comuni fino a un massimo del 70% ; il contributo oscilla tra un minimo di 30.000 a un massimo di 100.000 euro in base alla popolazione del comune richiedente.

UN PREZIOSO VADEMECUM PER I NEO-ORTISTI
Nell’ambito del progetto è prevista la predisposizione, da parte dell’Accademia dei Georgofili, di due manuali: il manuale degli ortisti, in cui viene dato un aiuto per capire cosa e come coltivare in queste strutture e il manuale per le associazioni, in cui viene presentata l’attività che le associazioni devono effettuare per rispondere al meglio agli obiettivi del progetto.

LA RETE DEGLI ORTI
Gli orti dei comuni aderenti saranno uniti non solo dalla condivisione del progetto ma anche da strumenti di promozione e di informazione. Oggi è stato presentato il logo, e la maglietta identificativa del progetto. Al via uno spazio web all’interno del portale della regione e sui “social” (Facebook, Instagram e Twitter)

LE PROSSIME SCADENZE
A settembre partono i bandi per l’assegnazione degli orti alle associazioni e, successivamente, ai cittadini. Entro la fine dell’anno tutte le risorse regionali saranno impegnate.
I tempi per la realizzazione degli orti saranno, al massimo, di dodici mesi.

I COMUNI CHE HANNO ADERITO
Sono 74 i Comuni, compresi i 6 capofila, che hanno finora aderito all’iniziativa. Ecco l’elenco con la suddivisione per provincia:

Provincia di AREZZO: Arezzo, Castiglion Fiorentino, Poppi, Sansepolcro.
Provincia di FIRENZE: Bagno a Ripoli, Barberino di Mugello, Barberino Valdelsa, Borgo San Lorenzo, Campi Bisenzio, Calenzano, Capraia e Limite, Castelfiorentino, Empoli, Firenze, Fucecchio, Impruneta, Montelupo Fiorentino, Pontassieve, San Casciano Val di Pesa, Scandicci, Scarperia e San Piero, Sesto Fiorentino, Tavarnelle Val di Pesa, Vaglia, Vicchio, Vinci.
Provincia di GROSSETO: Castiglione della Pescaia, Follonica, Grosseto, Massa Marittima, Semproniano.
Provincia di LIVORNO: Castagneto Carducci, Livorno, Marciana Marina, Piombino, Rio Marina, Rosignano Marittimo, San Vincenzo.
Provincia di MASSA CARRARA: Carrara, Comano, Massa, Tresana.
Provincia di LUCCA: Altopascio, Borgo a Mozzano, Camaiore, Capannori, Lucca, Massarosa, Viareggio.
Provincia di PISA: Calci, Cascina, Castelfranco di Sotto, Montopoli, Pisa, Pomarance, Ponsacco, Pontedera, San Giuliano Terme, Santa Croce sull’Arno.
Provincia di PISTOIA: Cutigliano, Montale, Pieve a Nievole, Pistoia, Quarrata, Serravalle Pistoiese.
Provincia di PRATO: Prato
Provincia di SIENA: Asciano, Castelnuovo Berardenga, Montalcino, Montepulciano, Murlo, Sarteano, Siena, Sinalunga.

Comunicato stampa di Tiziano Carradori, Toscana Notizie

Pubblicato il 12 luglio 2016        fonte
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imagesCome ben noto dalla campagna 2015 entra in vigore la riforma della PAC. Agea ( organismo pagatore) ha emanato una circolare contenente le istruzioni per la compilazione e la presentazione della domanda unica di pagamento nella campagna 2015.

Le novità più rilevanti:
  • l’idea di selezionare la platea dei beneficiari dei pagamenti diretti, escludendo da essa gli agricoltori  non attivi” , in modo da evitare che il sostegno della PAC vada a chi non svolge effettivamente un’attività agricola;
  • il mantenimento del disaccoppiamento dalla quantità prodotta come criterio-guida del sostegno della PAC (pagamento di base);
  • la scomposizione del pagamento unico aziendale in più componenti, in modo da assicurare a tutti un  pagamento di base a fronte di una condizionalità di base, ma aggiungendo ad esso una serie di altri  pagamenti disegnati in modo selettivo rispetto ai diversi obiettivi da perseguire e ai beneficiari da raggiungere: greening, giovani produttori, piccoli agricoltori, comparti strategici da sostenere con aiuti  accoppiati;
  • il superamento dei pagamenti basati sul criterio storico e della loro differenziazione eccessiva e non più  giustificabile, secondo un percorso di uniformazione graduale e ragionevolmente gestito dagli Stati  membri. L’applicazione di  un meccanismo di parziale e graduale avvicinamento del livello medio dei pagamenti diretti nei diversi Stati membri (la “convergenza”) per ridurre le notevoli differenze oggi  esistenti e difficilmente giustificabili sul piano politico;
  • la riproposizione del cosiddetto capping, ovvero di un sistema di tetti progressivi ai pagamenti più elevati, allo scopo di correggere  una distribuzione del sostegno a volte troppo sperequata tra i  beneficiari.

Per consultare direttamente la circolare AGEA Prot. N. 476/UM.2015 del 23 marzo 2015 clicca qui

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logo-eima-international-2014Dal 12 al 16 Novembre si terrà a Bologna l'Esposizione Internazionale di Macchine per l'Agricoltura e il giardinaggio. Attraverso i link qui sotto potete accedere al sito ufficiale della Fiera e ai principali convegni proposti su le prospettive e opportunità per i giovani in agricoltura e su l'innovazione.

sito EIMA e convegni 1 , convegni 2

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117165_420x270Regime facoltativo 

Il Reg. Ue 1307/2013 (artt. 60-65) prevede la possibilità di attivare un regime per i piccoli agricoltori, con un pagamento annuale forfettario che sostituisce tutti i pagamenti diretti. Non si tratta di una tipologia di pagamento, come nel caso dei giovani agricoltori, ma di un regime che persegue l’obiettivo della semplificazione amministrativa. 

Il regime per i piccoli agricoltori è facoltativo per gli Stati membri; l’Italia ha deciso di attivarlo. Il regime è facoltativo pure per gli agricoltori; anche se l’Italia ha deciso di atti- 2014-2020 Opzione da esercitare entro il 15-9-2015 di Angelo Frascarelli varlo, gli agricoltori sono comunque liberi di scegliere se partecipare o no. 

Due scadenze: 15 maggio e 15 settembre 

I piccoli agricoltori presentano la Domanda di assegnazione dei nuovi titoli e domanda di pagamento (Domanda Unica) al 15 maggio 2015 come tutti gli altri agricoltori. 

Gli agricoltori che intendano partecipare al regime per i piccoli agricoltori devono presentare una domanda aggiuntiva entro il 15 settembre 2015 (tab. 1).

Agea deve comunicare l’importo del pagamento che spetta al piccolo agricoltore in tempo utile per permettergli di fare una scelta consapevole. Quindi il piccolo agricoltore presenterà la domanda di pagamento entro il 15 maggio 2015, come tutti gli altri agricoltori, attenderà la comunicazione di Agea relativa all’importo del pagamento e deciderà se presentare la domanda di partecipazione al regime entro il 15 settembre 2015. 

Chi non entrerà nel regime dei piccoli agricoltori entro il 15 settembre 2015, non potrà più accedervi in una fase successiva, ma potrà comunque beneficiare dei pagamenti diretti seguendo le regole previste per gli agricoltori normali. Il piccolo agricoltore può decidere di recedere dal regime dei piccoli agricoltore in un anno successivo al 2015, ma non potrà più rientravi. 

Importo del pagamento 

L’importo del pagamento annuo per ciascun agricoltore prevede un livello massimo di 1.250 euro/azienda. Tutti gli agricoltori possono partecipare al regime dei piccoli agricoltori, anche chi percepisce più di 1.250 euro, purché accetti un livello massimo di sostegno pari a 1.250 euro/azienda. 

Gli Stati membri fissano l’importo del pagamento annuo per ciascun agricoltore che partecipa al regime dei piccoli agricoltori, in base a quattro diversi metodi. L’Italia ha scelto il metodo storico: l’importo per i piccoli agricoltori è pari al totale dei pagamenti da assegnare all’agricoltore, qualora avesse fatto domanda come un agricoltore normale. Quindi i piccoli agricoltori ricevono semplicemente l’importo che avrebbero ricevuto altrimenti, pur avendo i vantaggi di semplificazione del piccolo agricoltore (tab. 1). 

Per finanziare il pagamento per i piccoli agricoltori, gli Stati membri deducono gli importi dai massimali dei rispettivi pagamenti sostituiti: pagamento di base, pagamento ecologico, pagamento per i giovani agricoltori e pagamento accoppiato. Quindi il regime per i piccoli agricoltori non assorbe un percentuale del massimale nazionale, in quanto il regime è sostitutivo degli altri pagamenti. Il pagamento per i piccoli agricoltori sarà adattato ogni anno per tenere proporzionalmente conto delle modifiche del massimale nazionale. Il massimale nazionale passerà da 3.902 milioni di euro nel 2015 a 3.704 milioni di euro nel 2020, quindi la riduzione del pagamento per i piccoli agricoltori tra il 2015 e il 2020 sarà del 5%.

I vantaggi 

In Italia, gli agricoltori potenzialmente interessati al regime semplificato sono moltissimi. Attualmente in Italia i beneficiari sotto i 1.000 euro sono il 59%, anche se assorbono solo il 7,2% del massimale nazionale (tab. 2). Si stima che gli agricoltori al di sotto di 1.250 euro di pagamenti diretti siano circa 750.000, pari circa due terzi degli attuali beneficiari, anche se essi assorbono meno del 10% del massimale nazionale. Gli agricoltori che partecipano al regime hanno una serie di vantaggi: 
- sono esonerati dalle pratiche agricole del greening; 
- la domanda di accesso al sostegno è più semplice; 
- la condizionalità e i controlli sono semplificati. 

Il regime di sostegno semplificato per i piccoli agricoltori stimola una considerazione. La nuova Pac intende tutelare e favorire la presenza dei piccoli agricoltori, in quanto viene riconosciuto il loro contributo alla vitalità delle zone rurali. 

L’Ue afferma, infatti, che il regime dei piccoli agricoltori dovrebbe prefiggersi l’obiettivo di sostenere l’attuale tessuto agricolo dell’Unione, caratterizzato da aziende di piccole dimensioni, senza che ciò vada a detrimento dell’evoluzione verso strutture più competitive.

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