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114991_420x270Siamo arrivati al momento della verità della trebbiatura in Europa in condizioni molto differenti per il duro e per il tenero e scenari di mercato quasi agli antipodi: estremamente complicato per il grano duro e decisamente più semplice per il “gruppo” dei teneri, siano essi di semina vernina che primaverile.

Teniamo quindi separate le rispettive analisi di mercato e domandiamoci per ognuno: quali conferme e quali le recenti novità condizioneranno i rispettivi mercati? Quali le certezze e quali le incognite per i nostri operatori?

In attesa del Canada

Il proseguo di campagna del grano duro presenta una grande incognita, ormai diventata una costante, ossia quale sarà il comportamento del Canada, detentore della quasi totalità degli stock iniziali mondiali?

Oltre a questo anche un paio di certezze derivanti dagli ultimi eventi come l’ampio deficit (2,5 milioni di tonnellate?) della vecchia Europa, e il recente accaparramento dell’origine messicana da parte dell’ormai deficitaria Turchia che, dopo anni di esubero, si unisce ai tradizionali importatori netti Nord Africani: Marocco, Algeria e Tunisia.

Osservando quanto appena detto attraverso una semplice fotografia statistica (tab. 1) si nota che a fronte di un trend produttivo decisamente in aumento in Nord America e leggermente in crescita in Nord Africa (Magreb), si contrappone una contrazione nel Vecchio Continente a sottolineare la progressiva di dipendenza commerciale delle nostre industrie dall’offerta di oltre oceano, essenzialmente dal colosso canadese.

Senza sorprese

Al contrario del grano duro, per i grani teneri la situazione ha meno incertezze alla luce delle eccellenti prospettive di produzione mondiale e della ampia disponibilità di scorte iniziali a compensare, soprattutto in Nord America, un marcato deficit di volumi per i grani Hard Red Winter (o panificabili). In ambito Europa-Mar Nero le aspettative sono per raccolti superiori alla media e con una qualità che mediamente dovrebbero incontrare le esigenze di una domanda molitoria comunitaria oggi in grado di utilizzare una vasta gamma di grani teneri e sempre più aperta a compensare eventuali manchevolezze anche con lotti di origini extra Eu-28.

Questo conferma quanto si era già percepito sul finale del mese scorso quando gli esportatori dal Mar Nero, solitamente molto abili a speculare, hanno deciso di accelerare vendite e imbarchi, quasi a sottolineare che le quotazioni di mercato del luglio-dicembre sarebbero state di sicuro inferiori al pronto.

Che il mercato del tenero nel proseguo di campagna non sia un rebus, lo si evince anche dall’evoluzione, per macro aree, delle produzioni (fig. 2) che vede una costante crescita sia in Europa che nel Mar Nero, con il Nord America che potrebbe essere la sorpresa se le molto conservative stime di resa indicate per il Canada fossero (come nel 2013) alla fine riviste al rialzo.

Estrapolando dallo scenario mondiale il contesto commerciale europeo ed italiano, cerchiamo di individuare in che direzione andranno i mercati del duro e dei teneri ed in che contesto si andrà ad operare nei prossimi mesi.

Erosione produttiva

All’orizzonte del grano duro si addensano nubi tempestose in quanto in parallelo ad una quasi stagnazione produttiva dell’Italia si è aggiunta una graduale ma costante erosione dei raccolti in Spagna, Francia e Grecia, ossia in quei paesi storicamente eccedentari della Comunità che fino a ieri sono stati un efficace deterrente allo strapotere commerciale canadese e che oggi restano di poco esportatori “netti”. Se poi aggiungiamo che il dato produttivo Italia è da molti visto in calo (causa le basse rese al Sud) e che la qualità della Grecia è in gran parte mediocre, risulta evidente che la campagna del duro sarà “dura” soprattutto per quegli utilizzatori che sono arrivati al nuovo raccolto senza scorte e, causa l’effimera speranza di un mercato ancor più debole, con scarsa dote di contratti di fornitura sul luglio-dicembre.

Passando ora ai teneri, l’evoluzione dei raccolti in Europa conferma un crescente interesse da parte dei produttori agricoli comunitari verso questo prodotto, nonostante la forte concorrenza dal Mar Nero. Nell’ultimo quinquennio Francia, Germania e Austria hanno fatto segnare incrementi delle produzioni, e il fenomeno è ancor più evidente nei paesi dell’Est Europa e negli “altri” in cui è inclusa l’Italia che dal 2012 raccoglie mediamente oltre 3,4 milioni di t.

Se i volumi non sono quindi in discussione, lo stesso non si può ancora dire per la qualità che dai primi riscontri perderebbe rispetto al 2013 un 1% in proteina e resta “merceologicamente” a rischio in molte aree del Centro Europa, come l’Ungheria e la Romania, oggi in fase di raccolta. In Italia i primi responsi dalle mietitrebbie parlano di rese, per “varietà”, mediamente inferiori allo storico ed un tenore proteico che si allineerebbe al calo stimato per il resto d’Europa. Ancor più in dettaglio, i teneri “tipo Bologna” avrebbero un buon tenore proteico, ma sarebbero un poco troppo rigidi; i “misti rossi” mostrerebbero una qualità superiore alla media storica, mentre i “bianchi” avrebbero caratteristiche merceologiche e proteiche che disilludono le attese degli operatori.

Situazione critica

Azzardando alcune conclusioni, possiamo dire che per il grano duro, ove l’Italia rappresenta oltre il 50% delle produzione europea e il 100% del suo deficit, la situazione è decisamente critica e, in caso di problemi ai raccolti in Usa e Canada, potrebbe degenerare fino a toccare momenti di massima tensione; il fatto che da settembre in poi l’unica origine di approvvigionamento sarà il Canada è di per sé allarmante.

Per il tenero, il raccolto italiano e la sua qualità si perdono commercialmente all’interno del più ampio contesto europeo e delle origini extra-europee e, nonostante qualche dubbio residuo sulle qualità dei raccolti, il mercato non è atteso vivere momenti di tensione o significative volatilità di prezzo.


Fonte: http://www.agricoltura24.com/frumento-duro-apertura-tesa-tenero-mercato-piu-stabile/0,1254,54_ART_8547,00.html

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Tomografia su troncoVTA per gli Agrotecnici A pagina 25,26 e 27 del Periodico mensile di economia, politica, scienze agrarie, zootecniche, ambientali e naturali "Colletti Verdi" potete leggere l'articolo relativo al Corso VTA (Visual Tree Assessment, cioè valutazione
visiva dell’albero) e VPA (Visual Palm Assessment, una metodica fondata su principi biomeccanici e biologici, utilizzate per le palme), organizzato dagli Agrotecnici di Imperia, a cui abbiamo partecipato lo scorso aprile.

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agricoltura-computer-k4OE--258x258@IlSole24Ore-WebGiovani, donne e innovazione, sono le leve della nuova agricoltura che, nonostante la crisi, continua a mantenere le sue doti anticicliche e la capacità di essere un asset strategico per la crescita. Negli ultimi tre anni infatti sono spuntate 117mila nuove aziende (106mila agricole e 11mila nell'agroalimentare), il 15% condotte da giovani e con una componente femminile del 9%: le donne infatti rappresentano oltre il 30% del totale degli imprenditori del settore. I dati emergono da una indagine del Censis e della Cia (Confederazione italiana degli agricoltori) presentata oggi a Roma. I numeri tracciano l'identikit di un settore – come ha spiegato il direttore generale del Censis, Giuseppe Roma – in lenta e profonda ristrutturazione all'insegna del consolidamento strutturale.

di Annamaria Capparelli - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/dLcIB

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DSC_0599Martedì 20 maggio si è tenuto, presso la Tenuta San Guido di Bolgheri (LI), un seminario organizzato dall' Ordine degli Agronomi di Livorno sulla viticoltura di qualità, a cui abbiamo avuto il piacere di partecipare,

Sì è trattato di una giornata interessante, ricca di spunti di riflessione sul modo di operare in viticoltura per valorizzare la tipicità del territorio; e un'occasione per conoscere e approfondire le novità del Piano Nazionale di Sostegno 2014-2018 e dell'OCM vino, riguardanti le autorizzazioni ai nuovi impianti di vigneto, i diritti d'impianto, le azioni di ristrutturazione e riconversione vigneti.

Si tratta di novità importanti, per cui vi invitiamo a contattarci cliccando qui per qualsiasi informazione.

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Coldiretti: volano le esportazioni nell'agroalimentare
"Il prodotto Made in Italy piu’ esportato è il vino" che nel 2013 secondo l’analisi della Coldiretti fa segnare il record storico delle vendite che per la prima volta raggiungono un valore attorno ai 5 miliardi di euro“


Consulente Agronomo | Agronomi Livorno Pisa GrossetoNumeri da record
finalmente per le esportazioni nel settore agroalimentare,
come riportato nell'ultimo rapporto di Coldiretti basato sui dati Istat relativi al commercio estero, che segnalano un aumento del 38 per cento nel 2013, con il raggiungimento della storica quota di 33,4 miliardi di euro.

Ciò nonostante vengano taroccati due prodotti su tre Made in Italy, a testimonianza dell'importanza di tutelare le produzioni italiane in particolare nell’ambito del negoziato sull'accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership.

La tendenza positiva - sottolinea la Coldiretti - continua nel 2014 con un aumento del 4 per cento nei primi due mesi dell’anno. I 2/3 del fatturato realizzato all’estero si ottiene con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea, ma il Made in Italy va forte anche negli Stati Uniti con un valore di 2,9 miliardi e nei mercati emergenti come quelli asiatici.
Il prodotto Made in Italy più’ esportato è il vino che nel 2013 secondo l’analisi della Coldiretti fa segnare il record storico delle vendite che per la prima volta raggiungono un valore attorno ai 5 miliardi di euro, ma rilevanti sono anche le spedizioni all'estero di ortofrutta, quelle di pasta, di olio di oliva e formaggi.

C'è da rilevare però come l’agropirateria internazionale sui prodotti italiani valga 60 miliardi con quasi 2 prodotti alimentari italiani su tre che sono falsi, dal Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone, ma in vendita c'è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America.
Per non parlare del Romano, dell'Asiago e del Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano “spacciate” come italiane.

(Fonte)
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Da qualche tempo si registra un’attenzione diversa dei giovani verso l’agricoltura, settore che ha bisogno di manodopera ma anche di “cervelli” e di un nuovo approccio qualitativo multidisciplinare.

consulente agronomo agrotecniciIn tal senso i dati del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali (ex facoltà di Agraria) dell’Università di Pisa, sono confortanti: negli ultimi anni ha registrato un progressivo aumento di iscritti alle lauree triennali, in particolare a partire dall'anno accademico 2010-2011 quando, rispetto all'anno precedente, si è ottenuto un +30%, confermato anche l’anno seguente con un +16%. E la crescita continua anche quest’anno: al 5 novembre gli immatricolati erano 260, contro i 246 del 2012.

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