Archivi tag: Xylella fastidiosa

mappa-nuovi-focolai_o-950x633Tutta da rifare la strategia di comunicazione sull’emergenza Xylella in Puglia. All’indomani dell’affermazione rassicurante del Governatore Michele Emiliano («La Xylella non è un dramma: la stiamo contenendo», dall’Ansa del 22 gennaio) e della pubblicazione di un controverso articolo («Xylella sconfitta», Corriere della Sera edizione locale, 22 gennaio), il temibile batterio patogeno torna a fare parlare di sè battendo 5 pesanti colpi. L’esteso piano di controlli del Servizio fitosanitario è infatti ancora in corso e il report del 23 gennaio ha identificato 5 nuovi focolai nell’area di contenimento nelle province di Taranto e Brindisi.

Dal sito ufficiale www.emergenzaxylella.it emerge che i focolai riguardano i comuni di Grottaglie, Carovigno, San Vito dei Normanni, Taranto (tra Carosino e San Marzano, sulla riva dell’invaso “Pappadai”) e Ceglie Messapica. Nei primi 4 casi sono già state campionate le piante delle specie ospiti nel raggio di 100 metri. I 5 siti appaiono allineati sulla direttrice Pulsano-Specchiolla, delineando un nuovo fronte virtuale parallelo ma avanzato di circa una ventina di chilometri rispetto a quello della precedente campagna di monitoraggio del 2015. È la dimostrazione che il gelo non può rappresentare l’arma finale contro l’epidemia.

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???????????????????????????????Il Commissario Giuseppe Silletti ha presentato qualche giorno fa la propria relazione e il piano anti Xylella alle Camere, intanto però fuori montava la polemica.

Polemica dovuta all'inchiesta giudiziaria della procura di Lecce con le dichiarazioni del procuratore Elsa Valeria Mignone che ha denunciato l'impossibilità di continuare nelle indagini su uno dei filoni, ovvero quello dell'Istituto Agronomico Mediterraneo che gode di immunità. Secondo la pm, come riportato da Famiglia Cristiana, la legge che lo istituì nel 1965 e le modifiche apportate nel 2000 prevedono il divieto di accesso, di perquisizione, di sequestro e di confisca.

Intanto presunti santoni stanno andando in giro per il Salento proponendo "medicine" miracolose. Oltre a panacee e intrugli di composizione ignota, pare che alcuni soggetti si aggirino proponendo anche la vendita di antibiotici (ricordiamo che Xylella è un batterio), il cui utilizzo però è assolutamente vietato in agricoltura.

Nel frattempo Il Piano anti Xylella era stato delineato, frazionando il Salento in zone e suddividendo in due parti nette il territorio con una fascia di eradicazione nella provincia di Lecce dello spessore di 15 km che va dall'Adriatico allo Ionio e ricomprende i comuni di Arnesano, Campi salentina, Carmiano, Copertino, Guagnano, Lecce, Leverano, Monteroni di lecce, Nardò, Novoli, Porto Cesareo, Salice Salentino, Squinzano, Surbo, Trepuzzi e Veglie.

Le prime eradicazioni sarebbero dovute cominciare da Oria, nel brindisino, a partire dai primi di aprile ma il Tar ha bloccato tutto.

Con decreto cautelare pubblicato il 27 marzo, la sezione di Lecce del Tar di Puglia, accogliendo il ricorso dell'avv. Giovanni Pesce, ha bloccato l'eradicazione degli ulivi con sospetto contagio da Xylella Fastidiosa nel terreno di proprietà dello stesso avvocato. Ne dà notizia il legale. Il Tar ha "accolto - riferisce l'avvocato - l'istanza di misure cautelari monocratiche quanto all'eradicazione degli alberi di ulivo". Fissata al 9 aprile l'udienza per discutere sulla richiesta di sospensiva avanzata dal legale.

Il ricorso d'urgenza, con il quale si chiedeva al Tar di fermare l'avvio dell'abbattimento degli ulivi infetti da Xylella, previsto dal 30 marzo prossimo, era stato depositato ieri dagli avvocati Giovanni e Guido Pesce, proprietari di un uliveto con un centinaio di piante a Oria (Brindisi). In particolare sono stati impugnati tutti gli atti del commissario straordinario, Giuseppe Silletti, i verbali di accertamento, le ordinanze, e sono state chieste verifiche più approfondite di tipo documentale e sulle piante.

Secondo quanto emerso dall'approfondimento fatto dai due legali, c'era conoscenza dell'esistenza della Xylella dal 2008, mentre la Regione Puglia ne sarebbe stata consapevole dal 2013.

fonte

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olivoLotta contro il tempo per difendere gli ulivi salentini dalla Xylella fastidiosa, il batterio killer che ne provoca il disseccamento e la morte e che ha contaminato, sinora, almeno 90.000 ettari di superficie. Al massimo entro fine aprile dovrà termine l' estirpazione degli ulivi infetti individuati nella fascia compresa tra il leccese e Oria, nel brindisino, larga 15 kilometri ed utile per creare un'area cuscinetto tra quella già contagiata ed il resto della Puglia. Il tempo di notificare le ordinanze ai proprietari degli ulivi e «nei prossimi giorni - dice il commissario governativo, Giuseppe Silletti – dovranno partire le estirpazioni a di Vincenzo Rutigliano - Il Sole 24 Ore - leggi

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xylellaLe misure prevedono:
a) l’identificazione delle “zone infette” e le zone circostanti denominate “zone cuscinetto”. A tale riguardo, verranno  istituiti, nella zona indenne a nord della provincia di Lecce, una “zona cuscinetto” immediatamente a ridosso della zona infetta della Provincia di Lecce, che si estende dallo Ionio  all’Adriatico, articolata in una profondità di 2 km, nonché un ulteriore “cordone fitosanitario” di altri 2 km di profondità, ad adeguata distanza dalla prima verso Nord;
b) l’avvio immediato del monitoraggio “a tappeto” ai margini settentrionali della zona infetta in una fascia contigua alla zona cuscinetto di 1 km di profondità;
c) interventi nella “zona cuscinetto” e nel “cordone  fitosanitario” consistenti in un monitoraggio costante a maglie strette, trattamenti con fitofarmaci e interventi agronomici contro gli insetti vettori, eliminazione delle piante ospiti ed  estirpazione di piante infette;
d) potenziamento dei controlli sull’eventuale presenza  dell’infezione nei vivai della zona infetta e rigoroso controllo della movimentazione dei prodotti “a rischio”;
e) piano di controlli in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e l’Ispettorato repressione frodi (Icqrf), soprattutto per quanto concerne la movimentazione del materiale “a rischio”;
f) indagini mirate sull’intero territorio nazionale;
g) campagna di comunicazione e informazione.
Intanto, aumenta il plafond di risorse che la Regione Puglia destina all’emergenza Xylella.
Infatti, con delibera di Giunta, alla già importante dote di 4 milioni di euro destinati alla lotta al batterio, si è aggiunto un ulteriore stanziamento di 2 milioni di euro.

Fonte: http://www.agricoltura24.com/al-via-il-decreto-emergenza-xylella/0,1254,54_ART_8688,00.html

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xylellaFinisce sotto inchiesta l'emergenza Xylella fastidiosa, che in autunno ha colpito, seccandoli, centinaia di ulivi del Salento e che, in aprile, ha già portato all'abbattimento di 104 piante. La Procura di Lecce ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, e delegato l'acquisizione di documenti e l'ascolto di testimoni al Nucleo investigativo del Corpo forestale dello Stato. L'obiettivo è capire come e quando il batterio killer sia arrivato nel Tacco d'Italia e se la strategia d'urto messa a punto dalla Regione al fine di contenere l'emergenza sia stata equilibrata ed efficace.

Tanti, infatti, sono i dubbi avanzati nei mesi scorsi dagli ambientalisti sulla reale portata del problema, messi nero su bianco in tre esposti finiti sulla scrivania del sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone. Gli interrogativi riguardano innanzitutto l'arrivo della Xylella in Europa, introdotta presumibilmente per la prima volta nel corso di un convegno internazionale tenuto a Bari nel 2010 e organizzato da Cost 873, rete europea di scienziati che annovera al suo interno studiosi di fama mondiale. In quella circostanza - denunciarono poche settimane fa gli ambientalisti - per la prima volta fu lanciato l'allarme sul "pericolo xylella alle porte" e furono portati in Puglia anche campioni del batterio al fine di effettuare sperimentazione.

A distanza di tre anni il killer degli ulivi è comparso in una vasta zona intorno a Gallipoli e ha fatto ammalare centinaia di piante, per cui secondo la magistratura è necessario capire se l'origine della malattia delle piante salentine possa essere fatta risalire a quella circostanza o se la Xylella sia arrivata successivamente e tramite altri vettori. Bisogna inoltre capire se i rimedi messi in campo siano o meno adeguati. La Regione, infatti, in autunno ha avviato azioni immediate e mirate, sotto il pressing dell'Unione Europea, che ha ripetutamente minacciato di mettere in quarantena il Salento. I provvedimenti si sono articolati su vari livelli (dall'eradicazione degli alberi, alla distruzione della legna fino al blocco delle piante dei vivai di una parte della provincia di Lecce).

L'obiettivo conclamato - stando a quanto ha ripetutamente asserito l'assessore regionale all'Agricoltura, Fabrizio Nardoni - era evitare il contagio di altri ulivi e anche di altre specie vegetali. A tale fine, un mese fa, è stato disposto il taglio di 104 alberi nei territori di Trepuzzi, Squinzano, Soleto e Sternatìa, in un'area fino ad allora apparsa immune dall'azione del batterio. In quella circostanza i proprietari dei fondi danneggiati lamentarono la scarsa informazione da parte della Regione rispetto agli imminenti tagli e asserirono che erano state eliminate anche piante sane.

Da Bari, gli uffici competenti, hanno invece continuato a difendere il proprio operato ma la Procura di Lecce ha deciso di vederci chiaro, perché troppo grande è il rischio che qualcosa di poco chiaro possa celarsi dietro l'emergenza che rischia di mettere in ginocchio uno dei settori più vitali dell'agricoltura salentina. Gli uomini della Forestale, coordinati dall'ispettore Antonio Panzera, nei giorni scorsi hanno acquisito la documentazione ritenuta necessaria presso l'Osservatorio Fitosanitario regionale, nonché gli atti del convegno Cost del 2010 ed hanno effettuato sopralluoghi nella zona rossa di Gallipoli e in quella colpita dai recenti tagli di alberi. Nei prossimi giorni il pm nominerà un pool di consulenti (biologi e fitopatologi) al fine di verificare la correttezza delle analisi sulle piante, effettuate nello scorso autunno dall'Università di Bari.

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